Il territorio della Parrocchia coincideva praticamente con l’antico Bisarno, l’Arno bis, come lo chiamò Leonardo da Vinci, chiamato a regimare le piene dell’Arno, e la sua storia è naturalmente collegata a questa terra, spesso allagata e poco abitata, come constatò il Vescovo nella visita pastorale del 1568, al termine della quale fece annotare come la Parrocchia contasse 50 anime, distinte in 5 famiglie.
L’espansione di Firenze oltre l’Arno (in precedenza il confine con il comune di Bagno a Ripoli era alla Barriera di San Niccolò diventata piazza Ferrucci) iniziò quando diventò capitale del regno d’Italia ed ebbe come conseguenza che si popolasse la parte del territorio più lontana dall’antica Chiesa di San Pietro, diventato in bocca al popolo prima Piero (e dopo anche Pierino, a sottolinearne le piccole dimensioni) che sorgeva sul Palco, la zona più elevata del Bisarno.
L’antenata della chiesa parrocchiale, edificata alla fine degli anni 50 del secolo scorso in piazza Cardinale Elia Dalla Costa è la cappella di San Pierino in Palco: è ancora lì, restaurata e aperta al culto, in via di Badia a Ripoli, a ricordare la storia della nostra Parrocchia. Se ne hanno le prime notizie certe in un atto sottoscritto da Adelaisa degli Uberti, datato gennaio 1003, dove si legge “…in populo S. Petri loco Bisarno”.
Tutto il territorio era compreso, fino alla fine del 1800, nel comune di Bagno a Ripoli che lo cedette, a più riprese, a quello di Firenze. L’espansione della città, dopo aver popolato la zona fra l’Arno e via Benedetto Fortini con il nuovo quartiere della Colonna, nei primi decenni del 1900 iniziò a occupare anche il territorio dell’antico Bisarno, risanato in precedenza dagli interventi delle famiglie Castelli e Fossombroni durante il Granducato di Toscana.
Negli anni che seguirono la Prima guerra mondiale, fu urbanizzata l’area compresa fra la via di Villamagna e la via di Ripoli: fu tracciato il viale Donato Giannotti e le strade che a destra e sinistra lo collegano alle due vie perimetrali, mentre era ancora aperta campagna lo spazio oltre via Erbosa: l’antica chiesa di San Piero in Palco era rimasta lontana e gli abitanti che avevano difficoltà a partecipare alla vita parrocchiale.
Le Suore Francescane dell’Immacolata aprirono una loro missione all’angolo di piazza Gualfredotto da Milano con via Caponsacchi alla metà degli anni 30 del 1900: il parroco di San Piero in Palco di quegli anni, Don Fosco Paoletti, avendo chiara la situazione, iniziò a celebrare la Messa festiva in quei locali, venendo incontro alla popolazione e iniziando subito a lavorare intorno al progetto per una nuova Chiesa, che il piano regolatore del 1924 aveva previsto proprio dove, ben 35 anni dopo, fu inaugurata la chiesa attuale.
La Seconda guerra mondiale allungò i tempi e fece diventare permanente -durò più di 30 anni- la situazione provvisoria individuata in un magazzino nel tratto di via Uguccione della Faggiola che allora finiva in via di Ripoli: adattato rapidamente allo scopo, diventò il luogo di culto della parrocchia di San Piero in Palco. Il popolo lo chiamò subito “La Chiesina”.
Finita la guerra il progetto fu ripreso, con l’intervento risolutivo del Cardinale Elia Dalla Costa che, nel 1947, acquistò in proprio, donandolo poi alla parrocchia, il terreno su cui sorge ora la nuova chiesa.
Don Marello Pola, che nel 1955 aveva sostituito Don Fosco Paoletti, mise ogni energia per superare le difficoltà economiche e burocratiche: il 3 novembre 1957 fu posta la prima pietra della nuova Chiesa, progettata dall’Arch. Primo Saccardi che, ultimata, fu consacrata il 28 giugno 1959, conservando il nome dell’antica, piccola chiesa sul Palco del Bisarno.
Una parte importante nella realizzazione della chiesa l’ebbe il popolo che contribuì per anni a sostenere lo sforzo economico della Parrocchia.
Dopo don Pola hanno guidato la comunità parrocchiale: don Averardo Dini dal 1967 al 2004, don Vittorio Menestrina dal 2004 al 2015, don Luciano Marchetti dal 2015 al 2017 e dal 2017 ad oggi don Francesco Chilleri.